Giorno 8 u.s. a Modica si sono tenuti due consigli comunali in uno.
Il primo ha avuto ad oggetto un punto che sta a cuore all’intera città perché sentito da tutti i modicani che ogni giorno si alzano, vanno a lavorare, a studiare, affrontano il caos del traffico cittadino, il caro-euro etc. ovvero la violazione da parte del consigliere Enzo Scarso del diritto assoluto facente capo a Forza Italia di stabilire chi debba sedersi sulla poltrona del presidente del consiglio comunale.
Non sfugge ad alcuno l’importanza vitale di detto problema per lo sviluppo e le sorti stesse della nostra collettività.
Il dibattito che ne è seguito all’interno della maggioranza di centro destra è stato all’altezza dell’importanza della questione.
Apprezzabile l’intervento del consigliere Avv. Carmelo Scarso tutto volto a difesa dei nuovi componenti del suo gruppo consiliare passato per grazia del signore (no, non Quello che sta nell’alto dei cieli ma quello che con l’umiltà di sempre passa il suo tempo tra la Provincia e la Camera dei Deputati) a quattro consiglieri ed un presidente del consiglio comunale e qualche assessore.
Apprezzabilissimo l’intervento del consigliere Marisa Giunta che di fronte ai lavoratori delle cooperative non pagati da mesi e che rivendicavano con la loro silenziosa presenza nella sala del consiglio i loro diritti ha giustamente affermato (traduco dal politichese all’italiano latino) che è prioritario per i politici completare i giochi dell’acchiappaseggiola o dello scippapoltrona prima di poter esaminare (in via residuale n.d.r.) i problemi delle persone che pure con il proprio voto hanno contribuito alla loro elezione. Di alto valore pedagogico l’esempio portato dalla consigliera in questione e cioè che se in famiglia vi sono liti occorre definirle prima di potersi occupare d’altro. Famiglia piuttosto sciagurata, dico io, quella in cui alla presenza di componenti affamati i capifamiglia non provvedono a sfamarli perché prima debbono finire di litigare per il proprio posto da occupare a tavola…….
Si apprezza la sincerità del centro destra per aver portato in pubblico argomenti che solitamente si trattano nelle segreterie dei partiti (trattandosi di alta Politica con la “P” maiuscola) ma rimane il disgusto per lo spettacolo cui si è assistito. Caro sindaco Torchi, sono queste le cose che tengono i giovani lontani dalla politica altro che gli interventi del consigliere Cerruto sul clientelismo e sul mobbing elettorale: viene voglia di V-day….
Non sfugge neppure la mossa di portare in aula i lavoratori delle cooperative per sviare un dibattito attualmente sgradito ai neo consiglieri dell’Mpa: ciò considerando che il promotore del punto all’o.d.g. del consiglio è stato assessore ai servizi sociali nella passata consiliatura e che l’attuale assessore ai servizi sociali è della stesso partito. Di tempo e mezzi per parificare lo stipendio dei lavoratori delle cooperative con i dipendenti comunali quanto alle cadenza di pagamento (ovvero a cadenza mensile anziché a periodi più lunghi) ne hanno avuto a iosa.
Caro Nino Cerruto, nel tuo intervento hai giustamente detto, citando un proverbio africano, che quando due elefanti litigano chi ci rimette è l’erba; permettimi di aggiungere che quando i due elefanti si metteranno d’accordo sarà sempre l’erba a rimetterci almeno finché ci saranno elefanti o l’erba continuerà a volere fare l’erba…..
Nella serata dell’8 ottobre si è anche assistito ad un altro consiglio comunale dove finalmente la politica ( quella con la “p” minuscola perché si occupa dei problemi della gente e della programmazione dello sviluppo della città) ha in modo inatteso preso il sopravvento.
Si è discusso, infatti, sull’approvazione di una variante al PRG per permettere la costruzione di un grande centro commerciale in c.da Michelica.
Ampio il dibattito che ha coinvolto entrambi gli schieramenti volti ad esaminare la questione specie per ciò che riguardava l’incidenza di una tale struttura, per il numero dei clienti che attirerà, sul traffico veicolare nella zona interessata.
Un po’ litigioso al suo interno il centro destra, vedasi lo scontro dialettico tra i consiglieri Scarso e Rizza, ma occorre considerare che la “invincible armada” era priva del suo condottiero, il sindaco Torchi, assente per motivi di salute ed a cui vanno i miei sinceri auguri di pronta guarigione.
Interessante l’intervento del consigliere Rizza che ha fatto emergere la necessità non solo di ampliare la strada esistente ma anche di creare vie alternative quali la cd. Bretella di Beneventano. E’ auspicabile che detto intervento si faccia e che il consiglio si faccia promotore di ciò presso la Provincia.
La delibera è stata approvata con gli emendamenti del centrosinistra, condivisi pressocché da tutta la maggioranza, volti all’ampliamento della strada esistente tra il rotatoria “ Fiat” e c.da Michelica, alla creazione di una rotatoria adeguata all’altezza dello svincolo tra l’erigendo centro commerciale e la zona artigianale, al reperimento di fondi per le opere in questione, al potenziamento della strada che va dalla curva di Olivari alla chiesa della Trinità.
Solo i consiglieri Giannone e Cerruto hanno menzionato (il primo di sfuggita il secondo in modo più approfondito) l’incidenza che un grande centro commerciale può avere sull’economia di Modica. Nessuno può predire il futuro e stabilire se gli effetti saranno positivi o negativi ma è un peccato che questo argomento non sia stato maggiormente approfondito in sede di discussione per poter così arrivare ad una decisione finale frutto di un esame di tutti gli aspetti che la presenza di un centro commerciale comporta.
Ma, tenuto conto di come era iniziata la seduta del consiglio, lamentarsi di quest’ultima cosa significa essere veramente degli incontentabili.
Dulcis in fundo, mi associo all’intervento del consigliere Stracquadanio che ha auspicato l’assunzione a tempo indeterminato dei 240 lavoratori previsti dalla nuova struttura e, da abitante di Marte, aggiungo la speranza che le assunzioni avvengano per merito e non per segreterie dei partiti.
E’ bello chiudere con dei sogni, no?
Ezio Castrusini.
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