Comunicato stampa dei consiglieri della lista Antonello relativo ai fitti del Palazzo di Giustizia

Ricevo e pubblico:

FITTI UFFICI GIUDIZIARI

La nuova sede del tribunale di Modica è operativa dal 2002 (fu inaugurata ufficialmente nel 2003) e la sua costruzione è stata quasi integralmente finanziata dallo Stato.

Il Comune è intervenuto con propri fondi per acquisire, già nel 1979, l’area da destinare al costruendo Palazzo di Giustizia e per acquistare, nel 2002, il suolo antistante da destinare a parcheggio a servizio degli Uffici Giudiziari.

E’ dal 2002 che l’Amministrazione scrive nel capitolo 010 del bilancio, nella parte delle entrate, la somma di oltre un milione di euro che lo Stato dovrebbe annualmente versare al Comune come fitto per i locali adibiti ad uffici giudiziari. Nel bilancio consuntivo del 2006, approvato a maggioranza dal Consiglio Comunale l’11 settembre c.a., si legge la somma di 5.118.455,68 di residui attivi, di somme cioè che il Comune dovrebbe riscuotere in futuro. A queste somme vanno aggiunte 1.033.154,50 € del bilancio di previsione del 2007, approvato ancora a maggioranza a luglio di quest’anno, sempre per la stessa voce. Queste somme vengono poi riportate anche nella parte delle spese e vengono impegnate.

Ne consegue che si spendono soldi che in realtà non si hanno, e non si avranno mai, a disposizione. Ecco il meccanismo di creazione del debito. Questo sistema di creazione di entrate virtuali e corrispondenti spese reali viene poi applicato anche ad altri capitoli (ICI anni pregressi, acquedotto, TARSU, sanzioni amministrative, oblazioni condono edilizio, ecc.), dando luogo ad una esposizione debitoria del comune che non ha precedenti e sempre più difficilmente controllabile. Si parla di circa 50 milioni e più di euro di debiti. Debiti che creano altri debiti a causa dei numerosi decreti ingiuntivi che comportano pagamenti di interessi e spese legali. Né si può vantare, come fa l’Assessore Drago, il rispetto del cosiddetto patto di stabilità, in quanto il meccanismo di calcolo di detto patto fa sì che esso venga rispettato da quel comune che non paga o che dilaziona i pagamenti.

I rapporti tra Enti Locali e Ministero della Giustizia, per quanto riguarda la costruzione, l’ampliamento, la ristrutturazione, la manutenzione, il funzionamento e la gestione degli uffici giudiziari è regolata: dalla legge 24/4/1941 n. 392, dal DPR 4/5/98 n. 117. Sostanzialmente il dettato normativo stabilisce che lo Stato rimborsa agli enti locali le spese effettivamente sostenute per gli uffici giudiziari.

A tal proposito è emblematico il caso del comune di Genova, il quale ha acquistato un immobile con finanziamento ai sensi della L.119/81 (la stessa utilizzata dal Comune di Modica) in modo che lo Stato riduca il contributo per quella parte dovuta a titolo di locazione.

Nel gennaio del 2005 il Ministero comunica (assunta agli atti con n. prot. 3044 del 27/01/2005) che per il rendiconto del 2003, che comprende diverse voci, è stato annotato l’importo di 673.621,75 €. Sarebbe questo il documento a cui fa riferimento Torchi, ed il suo entourage, relativamente agli impegni che il ministero avrebbe preso nei confronti del comune.

Il 28/5/2007 (n. prot. 28778) Torchi scrive al Ministero richiedendo il pagamento del canone di locazione dell’immobile adibito a Palazzo di Giustizia, non facendo alcun riferimento a precedenti impegni che il Ministero avrebbe assunto nei confronti del Comune.

Il 19/7/2007 il Ministero risponde (n. prot. 42460 del 21/8/2007) contestando la legittimità della richiesta in quanto infondata sia in fatto che in diritto. Nella nota tra l’altro si legge: “Risulta evidente, al di là di ogni interpretazione capziosa e non rispondente a buona fede, che lo Stato non può corrispondere canoni di locazione per un’opera pubblica che ha finanziato quasi integralmente per un importo rilevantissimo. Del resto, sarebbe contrario ad ogni criterio di buona amministrazione finanziare la realizzazione di un edificio per poi pagare i canoni di locazione”.

A tal proposito conviene riportare qualche cifra: sulla base di una relazione del segretario generale del comune, dott. Carmelo Colombo, la costruzione del tribunale avrebbe comportato una spesa di circa 14 milioni di euro ed il contributo del comune sarebbe stato di € 2.978.521,80, utilizzata, prevalentemente per oneri espropriativi e per acquisizione di aree adiacenti da adibire a parcheggio al servizio degli uffici giudiziari.

Il 26 settembre 2007 il Collegio dei Revisori scrive (n. prot. 49255) al Presidente del Consiglio di essere venuto a conoscenza della nota del Ministero solo in data odierna. Dopo qualche ora (n. prot. 49261) chiede al Segretario Generale informazioni riguardanti il fondamento giuridico della pretesa di richiesta dei canoni di locazione. Richieste di chiarimenti ed informazioni arrivate con qualche anno di ritardo; è evidente che vi sono responsabilità anche da parte dei revisori, in quanto si accorgono dopo 5 anni che l’iscrizione in bilancio di somme mai riscosse poteva essere priva di fondamento.

Alle legittime contestazioni sollevate da ogni persona guidata dal buon senso, Torchi ha, in maniera ridicola, risposto gridando al complotto del governo di centrosinistra (tanto a Roma non hanno niente da pensare per cui si possono tranquillamente dedicare a perseguitare il sindaco di Modica). Ora, a parte il fatto che la comunicazione ministeriale è stata inviata dal Direttore Generale (Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del Personale e dei servizi, Direzione Generale Risorse materiali beni e servizi), come mai il governo Berlusconi, che ha avuto 5 anni di tempo per pagare il canone di locazione, non ha mandato nemmeno un centesimo?

Il fatto ancora più grave è che Torchi e Drago non hanno ritenuto di portare a conoscenza dei revisori dei conti, stando a quanto comunicato da quest’ultimi, e del consiglio comunale l’esistenza di questa comunicazione da parte del ministero, commettendo un grave atto di scorrettezza istituzionale che dovrebbe portare all’indignazione i consiglieri stessi della maggioranza che hanno votato il bilancio consuntivo e che, in forza di questa votazione, potrebbero essere chiamati a risponderne personalmente dalla Corte dei Conti.

Invece di arrampicarsi sugli specchi portando avanti pretestuose argomentazioni e ridicole giustificazioni, avrebbero, con tutta umiltà, dovuto seguire le indicazioni che i revisori dei conti, da loro stessi nominati, hanno riportato nel parere al bilancio di previsione 2007: “Si osserva che con riguardo ad alcune previsioni di entrata…per le quali manca idonea documentazione attestante la ragione per l’iscrizione ed il mantenimento in bilancio,…è necessaria una costante verifica per formalizzare le condizioni del permanere delle somme in bilancio. Il principio della prudenza imporrebbe di ancorare gli impegni di spesa al conseguimento effettivo di tali entrate, al fine di evitare serie ripercussioni sugli equilibri di bilancio e sulla dinamica dei flussi di cassa”. E nel parere al rendiconto 2006 si legge: “si suggerisce di predisporre le determinazioni per il riaccertamento dei residui attivi non limitandosi ad indicare la mera sussistenza o meno delle partite di credito e/o debito, ma indicando le ragioni della mancata riscossione o del mancato pagamento”. Ciò nonostante i revisori hanno stranamente espresso parere favorevole.

Il principio della prudenza avrebbe dovuto portare a cancellare intanto questi residui attivi, riservandosi poi, se si è veramente convinti di riscuotere queste somme, di intraprendere un’azione legale nei confronti del ministero.

Ma questo modo di agire appartiene a quelle persone che amministrano con responsabilità e buon senso e non possiamo certamente pretendere queste virtù da chi non le possiede o dimostra di non possederle.

Modica 06/10/07

Il gruppo consiliare
Antonello – Una Nuova Prospettiva
Nino Cerruto
Giovanni Giurdanella

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