Festa del Pd

Dalla Festa di ieri, il Partito Democratico intende avviare, parallelamente al rilancio dell’azione amministrativa condotta al livello istituzionale dal proprio Sindaco e dai propri Assessori, un lavoro per costruire un nuovo progetto di sviluppo per Modica, nel segno della partecipazione e del confronto con la Città, a partire dai soggetti rappresentativi delle categorie produttive e del mondo delle imprese.

Incontrando tutti i rappresentanti delle realtà imprenditoriali della Città, dell’Ascom, del Polocommerciale, delle organizzazioni sindacali, il Pd non ha solo voluto ascoltare ma avanzare un’ipotesi di lavoro, proporre un ragionamento possibile, e porre così le basi di un percorso in cui politica e impresa condividono il metodo e l’obiettivo.

All’Assessore Giuseppe Sammito, in qualità di dirigente del partito, il Pd ha affidato il compito di tracciare le linee guida di questa proposta.

<< Modica è una città speciale –ha detto Sammito- e ce lo testimoniano i picchi di eccellenza che i suoi cittadini e le sue imprese raggiungono, conquistando risultati e spazi di visibilità a livello nazionale e internazionale; basti pensare all’Antica Dolceria Bonajuto o a Palazzo Failla, per stare alla cronaca di questi giorni. Il Partito Democratico intende occuparsi di queste eccellenze che fanno di Modica una città speciale, proporre un progetto di sviluppo che da esse riparta, guardando in modo lungimirante oltre tutte le criticità che stiamo attraversando. Noi tutti abbiamo il compito di preservare queste eccellenze e di svilupparne le potenzialità: questa Città merita responsabilità e gruppi dirigenti adeguati al livello dell’Amministrazione, dei partiti e di tutte le realtà che vi operano.

Il progetto di sviluppo che abbiamo la responsabilità di realizzare deve essere solido, poggiato su basi certe che lo rendano stabile e duraturo, deve essere sobrio, ambizioso senza essere utopico, dunque concreto e possibile, deve essere condiviso, costruito dal basso e partecipato.

Deve essere un progetto di qualità, fondato cioè sulle “qualità” che Modica è in grado di esprimere, e che tutti, anche dall’esterno, ci riconoscono connaturate alla nostra identità: parlo innanzitutto della qualità delle persone e delle relazioni, della qualità dell’accoglienza, della qualità che c’è nelle caratteristiche del territorio e in un sistema economico caratterizzato dall’impresa diffusa.

È su queste fondamenta di qualità che si sono costruite le “eccellenze” che danno valore a questa Città. Si potrebbero fare esempi che riguardano l’eccellenza della ricettività e della ristorazione tipica nel comparto turistico, l’eccellenza di un effervescente associazionismo sociale e culturale, l’eccellenza che testimoniano non solo i modicani “importanti” ma anche i modicani “nuovi”, quelli cioè che, venendo da fuori, decidono di fermarsi qui, di investire, di dare il loro contributo. Ma è anche e soprattutto nell’ambito del sistema economico che si contano le nostre eccellenze: nell’agricoltura, nell’artigianato, nel settore dell’informazione se non altro per la storicità e oggi per la densità degli operatori; ci sono anche imprese industriali rilevanti (il caffè, i petroli…); c’è una specificità legata alla realtà del Polocommerciale, con la sua competitività e capacità di attrazione in un’area vasta, possibile proprio grazie ad un lavoro di valorizzazione degli elementi di distinzione rispetto agli altri sistemi commerciali.

Tutto questo definisce il nostro senso dell’identità, il legame col passato dal quale veniamo e le prospettive per il progetto di sviluppo futuro al quale dobbiamo lavorare.

Ci sono certamente altre cose che mancano: ci mancano, in generale, le cose che mancano al Sud, ovvero la tecnologia e la capacità di dare lavoro ai nostri giovani, qui; ci manca, nello specifico, una maggiore propensione a investire e un livello adeguato di coesione sociale e politica.

Su queste premesse dobbiamo chiederci su cosa dobbiamo fare leva? Dobbiamo fare leva sulla regolazione urbanistica e su un piano di opere che sia effettivamente in grado di assecondare lo sviluppo di queste realtà (a breve termine, l’ampliamento della zona artigianale, gli interventi sull’asse del Polo commerciale), e dobbiamo fare leva anche su strumenti nuovi, su un livello alto di contrattazione tra il Comune e le Imprese, sulla normalità dei servizi e lo snellimento della burocrazia.

Con una responsabilità condivisa, con persone e gruppi dirigenti adeguati, possiamo realizzare questo progetto di sviluppo, possiamo avere una Città nuova, una città della cultura e dell’arte, del lavoro e delle attività, della solidarietà e del benessere”.