Forse il cristianesimo non si limita ad affiggere un crocefisso...forse

Ricevo e pubblico



Palermo 9.11.2009 - Nel giorno
della visita del ministro Maroni in Libia ancora un episodio di omissione di
soccorso nelle acque del Canale di Sicilia. Come riferisce l’agenzia APCOM,
“due barconi con un centinaio di migranti a bordo hanno lanciato la notte
scorsa un sos mentre si trovavano nel Canale di Sicilia. I barconi, secondo
quanto riferisce il portavoce delle Forze armate maltesi, il maggiore Ivan
Consiglio, sono ancora in acque di competenza libica e non risultano essere
entrati ancora in quelle di competenza dell’autorità dell’Isola dei Cavalieri.
Le autorità italiane sono state allertate e monitorano la situazione”.


Secondo il GR 1 di oggi, lunedì mattina, le autorità italiane non stanno
intervenendo perché le imbarcazioni si troverebbero in acque di competenza
maltese, anche se le Convenzioni internazionali imporrebbero comunque a
qualunque stato rivierasco ne abbia notizia un intervento immediato per salvare
vite umane in pericolo. Probabilmente le autorità italiane stanno “monitorando”
la situazione per consentire alle motovedette regalate ai libici di raggiungere
prima i barconi carichi di migranti. Infatti, sia i maltesi che il governo
italiano sono in attesa che le motovedette libiche riescano a bloccare la
navigazione delle imbarcazioni cariche di migranti e li riconducano verso i
porti di partenza.
Per raggiungere questo risultato, magari proprio nel giorno
della visita di Maroni in Libia, le autorità politiche e militari coinvolte in
questa vicenda si stanno macchiando di un reato gravissimo, a terra, ed ancora
di più a mare: l’omissione di soccorso. Le condizioni del mare stanno infatti
peggiorando ed è fondato ritenere che con il passare delle ore, nella stagione
fredda e con il mare in burrasca, queste scelte politiche e militari
produrranno altra morte. Esattamente come si è verificato ad agosto nel caso
del gommone carico di eritrei abbandonato per giorni in mare al punto di
negarne l’esistenza , ed ancora poche settimane fa con il peschereccio carico
di somali e di eritrei che alla fine è stato fatto entrare nelle acque
italiane, con un morto a bordo e numerose altre persone in fin di vita.

Appare
evidente come ormai le autorità italiane e maltesi non si “sporchino” più le
mani con i respingimenti collettivi, per i quali sono aperti procedimenti
penali davanti ai tribunali italiani ed procedimenti dinnanzi alla Corte
Europea dei diritti dell’Uomo, ma preferiscano delegare al mare, o ai libici,
il compito di arrestare la fuga dei migranti verso l’Europa. Anche nel caso
dell’eventuale riconduzione in un porto libico la sorte di queste persone
appare segnata, perché, come si è verificato negli ultimi tempi in casi
analoghi, si tratterà di migranti che non appena sbarcati in Libia saranno
rinchiusi per mesi nei centri di detenzione ancora vittime di abusi di ogni
genere. Abusi la cui responsabilità incombe direttamente su quei governi
europei che hanno concluso accordi con la Libia, ed adesso anche sulla
Commissione Europea e sul Consiglio dell’Unione Europeo che vorrebbero
intensificare i rapporti di collaborazione tra l’agenzia per il controllo delle
frontiere esterne (FRONTEX) ed il governo libico.

L’Asgi, sezione siciliana,
auspica che i parlamentari europei sappiano bloccare questa politica di
collaborazione dell’Unione Europea con i regimi dittatoriali dei paesi della
sponda sud del mediterraneo, una politica che per contrastare l’immigrazione
irregolare cancella i diritti fondamentali della persona umana, a partire dal
diritto di asilo. Una politica che agevola oggettivamente le mafie che a parole
tutti dichiarano di combattere. Attendiamo anche che finalmente la magistratura
italiana e la Corte Europea dei diritti dell’uomo condannino le pratiche
congiunte dell’omissione di soccorso e dei respingimenti collettivi.

L’Asgi
siciliana lancia un appello a tutte le associazioni antirazziste ad una
mobilitazione immediata per fare conoscere la disumanità di queste nuove prassi
di cooperazione di polizia tra l’Italia, la Libia e Malta, una cooperazione che
passa attraverso la sistematica omissione di soccorso nei confronti dei
naufraghi che avrebbero diritto di essere condotti verso un porto sicuro, e che
invece vengono abbandonati in mare, magari per essere riconsegnati ai loro
aguzzini libici. Ancora una volta, sempre di più, il silenzio costituisce una
forma gravissima di complicità con gli abusi e con le violazioni reiterate del
diritto internazionale del mare e del diritto di asilo. Per questo chiunque
tace oggi su quanto sta accadendo nelle acque del Canale di Sicilia, sarà
responsabile della sorte di quei disperati che in queste ore sono abbandonati
nel mare in burrasca.
Fulvio Vassallo Paleologo – Asgi sezione Sicilia

Nel tempo dell'indecenza

Ricevo e pubblico condividendolo punto per punto:

Non c'è limite all'indecenza.
Questi sindacati (si tratta molto probabilmente della CISL che l'aveva a suo tempo preannunciato) ora si sono svegliati dopo il complice silenzio tenuto durante la gestione Torchi che ha creato tutte le condizioni per non poter pagare i lavoratori.
Questa amministrazione avrebbe potuto dichiarare il dissesto e così i diepndenti soparnnumerari sarebbero stati posti in mobilità, i contrattisti ridotti a 18 ore settimanali, i precari a casa, le tasse al massimo, i creditori avrebbero potuto percepire solo un parte dei crediti e chissà quando. L'attuale governo della città ha voluto evitare tutto questo ed il risultato è quello che potete leggere sotto.

"La scure della Procura della Repubblica si abbatte sul consiglio comunale di Modica. Diciassette avvisi di garanzia sono stati spiccati dal Procuratore,nei confronti di altrettati consiglieri ed ex della civica assise modicana. Sono, nei fatti, quattordici gli attuali componenti del massimo consenso cittadino mentre due sono passati ad altre funzioni ed Si tratta di Diego Mandolfo, Paolo Garofalo, Giancarlo Poidomani, Giovanni Spadaro, Salvador Avola, Carmelo Scarso, Piero Covato, Carmelo Cerruto, Gaetano Cabibbo, Nino Cerruto, Vito D'Antona, Michele Mavilla, Giovanni Occhipinti, Leonardo Aurnia, Massimiliano Baglieri, Giovanni Giurdanella e Nino Frasca Caccia. Nella sostanza si tratta dell'intero gruppo di maggioranza anche se non risultano indagati tre degli attuali consiglieri seduti sugli scranni di Palazzo San Domenico e cioè Giorgio Zaccaria, subentrato poco prima dell'estate a Baglieri su decisione del Tar di Catania, Salvo Maltese ed Enzo Roccasalva che da qualche settimana hanno preso il posto, rispettivamente, di Giurdanella, nominato al vertice della Modica Multiservizi, e di Frasca Caccia, passato nei ruoli assessoriali. L'ipotesi di reato è falsità ideologica continuata in concorso. Si tratta, forse, dell'ultima indagine dell'ex Procuratore della Repubblica, Domenico Platania, per cui, allo stato, i provvedimenti emessi dal nuovo capo della magistratura inquirente modicana potrebbero avere i toni del cosiddetto “atto dovuto”. In buona sostanza ai diciassette politici viene contestata, quali componenti del consiglio comunale di Modica di avere votato ed approvato a maggioranza una delibera del 29 novembre dello scorso anno quando fu esitato il punto riguardante il bilancio di previsione 2008 senza prevedere l'iscrizione nel documento contabile delle somme necessarie per il pagamento degli arretrati contrattuali e degli adeguamenti degli stipendi in favore dei dipendenti comunali.
Sui 17 avvisi di garanzia nei confronti di consiglieri ed ex consiglieri comunali, si è svolta nel pomeriggio una riunione dei rappresentanti di Pd, MpA, Sd e Una Nuova Prospettiva. Al termine è stato emesso il documento che riportiamo integralmente.
" La Procura della Repubblica di Modica, pare su denuncia di un rappresentante sindacale dei dipendenti comunali, ha avviato un procedimento nei confronti dei 17 Consiglieri che hanno approvato l’assestamento di bilancio 2008 perché non avrebbero inserito per intero le somme relative agli arretrati contrattuali dei dipendenti comunali, somme peraltro successivamente integrate non appena reperite le risorse necessarie e addirittura già pagate da alcuni mesi, così come preannunciato a suo tempo dall’amministrazione. La maggioranza amministrativa rivendica la bontà e la trasparenza dell’azione di risanamento intrapresa allorché, assumendosi con coraggio precise responsabilità, è riuscita ad oggi a scongiurare quel dissesto finanziario i cui effetti sarebbero devastanti per la città e per i lavoratori in particolare".

Da osservare che quando è stata approvata la delibera incriminata, il 29/11/2008, sono stati messi in bilancio una parte degli arretrati pagati poi a gennaio 2009. Non sono stati messi tutti i soldi altrimenti bisognava creare entrate fittizie per avere una copertura fittizia. Antonello diceva che l'obiettivo non è scrivere le poste in bilancio (su questo tutti siamo abili e la precedente amministrazione in maniera particolare), ma pagare effettivamente i lavoratori.
Per cui si trattava di un semplice rinvio della parte rimanente per avere la copertura non sulla carta, ma di fatto, con una copertura di cassa effettivamente esigibile.
Forse si è sbagliato ad essere stati troppo tolleranti e indulgenti.
Nino Cerruto

LETTERA DI ROMANO PRODI

Care amiche e cari amici,
nel momento in cui ribadisco la mia già provata volontà di rimanere al di fuori della politica del nostro Paese, sento il dovere, come semplice cittadino, di sottolineare l'importanza del voto a cui noi italiani siamo chiamati.

Anzitutto un voto per l'Europa. In questa linea richiamo la necessità di rafforzare il Partito democratico ricordando come esso abbia sempre con convinzione sostenuto le grandi scelte europee quali l'euro e l'allargamento che, come si è dimostrato in questa fase di durissima crisi, sono la principale difesa per l'Europa e l'Italia.

La seconda ragione nasce dall'intensificarsi di numerosi segnali di allarme e di interrogativi da parte di tanti amici ed osservatori stranieri per la caduta di dignità e per la qualità democratica del nostro paese, segnali che ho colto con sofferenza nella mia attività internazionale.

Di fronte a questo il Partito democratico, pur nel suo non facile cammino, è l'unica concreta risposta.

Non è tempo né di astensioni né di sofisticate distinzioni

E' il momento di dimostrare che l'Italia può essere diversa, che ha profonde radici etiche e che è ancora capace di contribuire alla crescita democratica di una nuova Europa.

Con amicizia

Romano Prodi

Bologna 3 giugno 2009

Ritorno al passato: il tempo di Caligola

Un tempo il sig. Gaio Giulio Cesare Germanico, inteso Caligola, ebbe a nominare un cavallo come senatore.
Passò per un gesto di pazzia ma può benissimo essere interpretato come un segno dell'assoluto potere cui era ormai arrivato il principato romano: tanto forte da potersi permettere di disprezzare la più antica, e un tempo più potente, istituzione della repubblica romana.
La storia ha fatto il suo corso ed oggi con l'avvento della democrazia le cose, pur rispettando gli antichi canoni del potere, si sono evolute: non più nomine di animali ma di persone.
I diretti interessati mi scuseranno o mi presenteranno una querela contro, facciano loro, ma non riesco a vedere nella recente nomina dei consulenti presso il C.I.P.E. dei sigg.ri Terranova, Galizia e Cavallino così propagandata dall'on. Minardo inteso Nino niente altro che una manifestazione di potere o dell'arroganza del potere.
Ovviamente a spese di tutti noi contribuenti visto che, salvo smentita, non si parla di consulenze gratuite.
Il Comitato interministeriale della programmazione economica è presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e si compone di 12 membri permanenti:

il Ministro dell'economia e finanze (Vice Presidente), Giulio Tremonti
il Ministro degli affari esteri,
Franco Frattini
il Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola
il Ministro delle infrastr. e trasporti, Altero Matteoli
il Ministro del lavoro, salute e politiche sociali, Maurizio Sacconi
il Ministro per le politiche agricole e forestali, Luca Zaia
il Ministro dell'ambiente e tutela del territorio e del mare, S.Prestigiacomo
il Ministro per i beni e attività culturali, Sandro Bondi
il Ministro dell'istruzione, università e ricerca, Mariastella Gelmini
il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi
il Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto
il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province Autonome, Vasco Errani

Segretario del CIPE è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Gianfranco Miccichè.

Partecipano alle riunioni del Comitato:

il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta
il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi
il Presidente dell'ISTAT, Luigi Biggeri

Su invito del Presidente, possono essere chiamati a partecipare alle sedute del CIPE anche:
-Ministri non appartenenti al CIPE
-vertici di istituzioni ed enti pubblici in relazione agli argomenti all'ordine del giorno
-rappresentanti di Regioni e Province, quando, ad esempio, siano iscritti all'ordine del giorno argomenti relativi ad opere infrastrutturali previste dalla legge 443/2001.

I tre prescelti devono quindi appartenere ad una di queste ultime due categorie : o sono considerati VERTICI DI ISTITUZIONI DI ENTI PUBBLICI ;
OPPURE SONO EQUIPARATI A RAPPRESENTANTI DI REGIONI E PROVINCE, con una notevole competenza in materia di infrastrutture ed insediamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio delle attività produttive (L.443/2001).


Io non riesco ad immaginare, con tutto il rispetto per la persona, un Tato Cavallino che presta consulenze al governatore della banca d'Italia o al ministro dell'economia su questioni di politiche economiche comunitarie.

Cmq sono sempre pronto a rivedere queste mie impressioni quando vedrò all'opera i neo consulenti.
Nel frattempo rimango indignato.

L'importanza dell'ortografia......

uesto è un simpatico manifesto che da qualche giorno a questa parte si trova in giro per la città, specialmente sui pannelli dedicati alla campagna elettorale per le europee.
A quanto pare la lamentela dei giorni scorsi sulla mancata assegnazione degli spazi di affissione era preordinata all'esposizione di questo manifesto.
Per i manifesti elettorali dei vari candidati del cdx, infatti, non ci sono problemi di spazio in quanto ogni muro della città ed ogni distributore di carburante del circondario è già idoneo allo scopo.
Come sempre del resto........
L'attenzione si focalizza subito sul maiuscolo MPA affiancato, previo trattino, al minuscolo pd.
Errore di ortografia o tentativo di far passare il concetto che chi governa a Modica è l'Mpa e non il Pd?
Forse l'intento dell'autore del manifesto si avvicina di più alla seconda ipotesi visto che tutti gli argomenti sinora portati avanti dall'opposizione hanno avuto a fondamento la critica all'alleanza amministrativa Mpa-Pd e alla relativa leadership della coalizione.
Il manifesto prosegue puntando il dito sui presunti malesseri di questa maggioranza evidenziando i pessimi risultati conseguiti per le continue lotte intestine che, secondo il pdl, esisterebbero tra le sue componenti:
1) bilancio preventivo in gravissimo (!) ritardo: Modica lo ha approvato entro il termine di legge del 31 maggio, uno dei primi comuni in Sicilia;
2) città invasa dai rifiuti e sempre più sporca:giusto, ma siccome Buscema ha pagato tutto il dovuto e qualcosina anche del notevole debito pregresso, ci sarà pure un qualche motivo perché la ditta dopo anni di silenzio sotto la precedente amministrazione abbia deciso di risvegliarsi e di usare il ricatto del mancato pagamento dei suoi dipendenti e conseguente sciopero di questi per ottenere subito quello che negli anni passati si era limitata a chiedere blandamente; a chi dobbiamo rendere grazie per la città volutamente lasciata sporca?
3) la raccolta differenziata sempre più lontana: forse entriamo nelle competenze dell'Ato ambiente presieduto dal Dr. Vindigni (area Pdl) e composto dai Sindaci della provincia ( schiacciante maggioranza cdx);
4) strade sempre più dissestate ed impercorribili: l'ultimo rifacimento del manto stradale risale al governo Ruta. In sei anni di governo di cdx non c'è stata alcuna manutenzione delle strade degna di questo nome e ora si scandalizzano della loro condizione. Grazie.
5) disaccordo totale sulla sorte delle società miste: visto che la volontà dell'amministrazione e della coalizione di maggioranza è unanime per lo scioglimento di dette società, evidentemente l'autore del manifesto non è stato ben informato. Non fa nulla, può capitare anche ai migliori........

Una frase colpisce particolarmente: "un sindaco politicamente debole...."
Tenuto conto che in 11 mesi la giunta Buscema:
1) ha proceduto al recupero dei canoni idrici, cosa che il predecessore, politicamente forte, aveva totalmente trascurato temendo forse l'impopolarità;
2) ha ridotto il numero dei dirigenti comunali e messo mano al riordino della pianta organica del Comune;
3) ha voltato totalmente pagina sulle politiche culturali con una stagione teatrale di buon livello a costi irrisori e con manifestazioni tipo Carnevale e le altre inserite nel progetto "Nel solco della tradizione" che hanno realmente coinvolto tutta la città senza tradursi in un inutile dispendio di risorse economiche per spettacoli costosi ma privi di contenuto;
4) ha approvato un bilancio che seriamente persegue l'obiettivo del risanamento finanziario;
5) sta procedendo allo scioglimento delle due società collegate perché eccessivamente onerose per il Comune garantendo nel contempo i livelli occupazionali.
Ebbene, se questi sono segnali di debolezza politica allora non si ha alcuna remora a dire che è meglio essere politicamente deboli ma fare scelte serie e coraggiose che essere i "forti" della politica e basare la propria carriera politica sul facile consenso di natura demagogica specie quando questo è creato grazie alle proprie fortune economiche.

In tutte queste scelte il Sindaco Buscema è sempre stato sostenuto ed incoraggiato dal Pd la cui azione politica .
mira a dare risposte ai problemi della città più che alla supremazia sulle altre forze politche della coalizione.
L'errore di ortografia lo lasciamo ben volentieri a chi fa della lotta per la conquista del potere per il potere fine a se stesso l'essenza della sua politica e della sua esistenza in politica.

Preoccupazione e sconcerto

Ricevo e pubblico.

A distanza di una settimana dal consiglio comunale aperto e di fronte all'ennesimo comunicato da parte del gruppo dell'UDC e dei Popolari, ci sembra veramente preoccupante che non ci sia, da parte loro, traccia alcuna della comprensione della gravità di ciò che è accaduto.
Durante la seduta del consiglio aperto del 21 maggio scorso, una persona (e questo in uno stato civile dovrebbe già bastare) che è anche consigliere comunale, ha espresso il proprio pensiero e fatto le proprie valutazioni, che certamente non avranno trovato il favore di parte dell'uditorio, ma nel suo pieno diritto; per questo, il consigliere Nino Cerruto è stato aggredito, fatto oggetto di insulti molto pesanti e gravi ed invitato ad abbandonare l'aula.

Si è evitata l'aggressione fisica solo per l'intervento dei vigili e di alcuni dei presenti.


Ma è possibile che il potere logori fino al punto di non rendersi conto che ci sono delle regole, che ci sono dei limiti, che si era nel luogo della città deputato al dialogo e al confronto?

E invece si pensa di reagire con la violenza verbale e quasi fisica e di essere, addirittura, legittimati a farlo.

Evidentemente le tante manifestazioni di solidarietà al consigliere Nino Cerruto e gli interventi fatti in questa direzione da tanti gruppi, associazioni e singoli cittadini, primo tra tutti quello del PD, che ha stigmatizzato fortemente l'accaduto: "..È stato infranto uno dei principi cardini della nostra costituzione, ossia quello della libera espressione di pensiero e, cosa ancora più grave, ciò è avvenuto a scapito di un rappresentante dei cittadini eletto democraticamente. È stato violato l’art. 41 comma 3 del regolamento consiliare nella parte in cui garantisce la libertà di espressione dei membri del consiglio comunale.", non sono bastate a far comprendere a questi signori quanto grave sia stato tutto ciò.

Esprimiamo, pertanto, preoccupazione e sconcerto.

Riteniamo che questa vicenda non possa essere sottovalutata e, anzi, a prescindere dai risvolti giudiziari che ci saranno, ci attendiamo iniziative, innanzitutto, da parte del Presidente del Consiglio, in quanto garante dello svolgimento delle attività del Consiglio.

È necessario che la città e le istituzioni che la governano riflettano sull’accaduto e prendano i necessari provvedimenti affinchè fatti simili non abbiano mai più a ripetersi.

Modica, 28.05.2009

Una Nuova Prospettiva - Movimento politico della città di Modica.

Consiglio comunale aperto del maggio 2009: democrazia o antidemocrazia?

Qualcuno ha definito il consiglio comunale aperto tenutosi qualche giorno fa come un clamoroso autogol della maggioranza in quanto era prevedibile che l'opposizione alla presenza dei lavoratori delle società Multiservizi e Rete Servizi facesse la parte del leone cavalcando la protesta e il malessere dei lavoratori che temono per il loro posto di lavoro.
E per certi versi si potrebbe pure dire che sia andata così perché è molto più semplice enunciare propositi teoricamente perfetti ma che non hanno alcun riscontro con la realtà ed in particolare con la situazione finanziaria in cui versa il Comune che proporre soluzioni difficili che rasentano la cd. "macelleria sociale" ossia incidono in modo non indifferente sui posti di lavoro.
Sono dell'idea che invece questo consiglio comunale aperto si dovesse tenere perché è il consiglio comunale il luogo dove le varie problematiche devono essere discusse e tanto più esse sono delicate e incisive per il futuro della vita cittadina tanto più ampia deve essere la partecipazione al dibattito.
Anche a costo di dover assistere ad interventi che si limitano a rendere omaggio all'arte della retorica e alla pratica della demagogia.
Come è nella natura stessa di un consiglio comunale aperto, non si è deciso nulla sulla sorte delle società collegate e, di conseguenza, sulla sorte dei relativi lavoratori.
Sono solo emerse le linee di principio su cui intende muoversi l'Amministrazione e la maggioranza che la sostiene.
Nulla di nuovo sotto il sole perché sono linee già ampiamente illustrate in campagna elettorale e ben riassunte dal Sindaco nel suo discorso al termine dei lavori consiliari.
In quello che può definirsi uno dei migliori discorsi pronunciati dal Sindaco in consiglio comunale, Buscema ha ricordato che lui fu tra quelli che votarono l'istituzione della Modica Multiservizi vista come una soluzione per una migliore efficienza dei servizi pubblici e come una risposta al problema del precariato.
Il sindaco ha fatto presente con pacata fermezza che nessuno degli obiettivi posti alla base della nascita della Multiservizi (enunciati uno per uno con la delibera alla mano) è stato raggiunto e che anzi si è ottenuto l'effetto opposto creando quella situzione che tutti conosciamo.
Non efficienza con economicità di gestione ma massima inefficienza a costi esorbitanti.
Ed è sintomatico che lo stesso amministratore unico della società nel difendere la professionalità della maggior parte dei dipendenti citi come esempio l'avvenuta scerbatura intorno all'inaugurando centro servizi in c.da Michelica: si badi bene non l'effettuazione di chissà quale lavoro od opera a tempo di record ma la scerbatura ossia un lavoro che dovrebbe rientrare nell'ordinario e non certamente essere menzionato come motivo di merito.
Dico dovrebbe perché viste le condizioni delle nostre strade e quartieri l'essere riusciti a scerbare un pezzetto di luogo appare quasi miracoloso: il banale che diventa evento eccezionale degno di menzione.
Buscema illustra poi il perno della sua politica di risanamento finanziario che poggia su sacrifici equamente suddivisi tra le varie categorie di lavoratori che ruotano attorno al Comune, dipendenti, precari, lavoratori delle cooperative e delle società collegate.
Non esiste, sostiene Buscema, una categoria più colpita delle altre ma tutte sono equamente chiamate a sacrifici per poter uscire dalla crisi finanziaria in cui versa il Comune.
Perché essere realmente a favore dei lavoratori si traduce nel mettere in atto tutte le misure che garantiscano il sacrosanto diritto di percepire una retribuzione puntuale, altrimenti non si può parlare di tutela dei diritti dei lavoratori.
Buscema conclude definendosi "cattocomunista" ossia sensibile ai problemi dei dipendenti sia come persone che come lavoratori. Solo per questo motivo pur avendo in tempi non sospetti denunciato l'enorme danno finanziario che derivava dal mantenere in vita i carrozzoni clientelari e pur non avendo persone da proteggere all'interno di dette società non ha proceduto all'immediata liquidazione di queste.
Perché, sottolinea, ha ben presente il dramma che vivono le persone che su quel lavoro hanno fatto affidamento ed è proprio per questo che la decisione arriva a quasi un anno dal suo insediamento dopo che ogni possibile soluzione per salvaguardare i livelli occupazionali è stata attentamente esaminata.
Si dichiara, infine, disponibile ad ulteriori confronti purché sia chiaro che il tempo di decidere è ormai arrivato.

Ma quest'ultimo consiglio comunale sarà ricordato per un episodio veramente grave già ampiamente conosciuto: l'interruzione arrogante e violenta dell'intervento del consigliere Cerruto.

Rinvio per la lettura integrale dell'intervento al sito de "Una nuova Prospettiva"
http://www.unanuovaprospettiva.it/2009/05/23/modica-consiglio-comunale-aperto-del-21-maggio-2009-il-testo-integrale-dellintervento-di-nino-cerruto/

Riporto solo la parte finale a seguito della quale è nato il putiferio:
"È ha centrato un obiettivo perché ha voluto acquisire un consenso sulla vostra pelle e c’è riuscita, e ha voluto mettere in difficoltà l’amministrazione per colpe che non sono sue ma che ha trovato.
E non è credibile la distanza che c’è tra le parole dette dal Dottore Drago, dal Dottore Drago, interesse per la città, interesse per le persone, per il bene comune, perché la loro storia giudiziaria, la loro storia politica a livello regionale e a livello locale non li rende più credibili, non li rende più credibili…[qui si è scatenato il finimondo]".

Discorso condivisibile nei contenuti quello di Cerruto.
Condivisibile e che si deve portare avanti nella misura in cui si rende necessario ricordare che in uno stato democratico le sentenze definitive di condanna non attribuiscono la palma del martirio ma lo status irrevocabile di colpevole del reato ascritto.

Discorso non condivisibile nel contesto dove è stato pronunciato perché si discuteva del futuro della multiservizi e non già della dirittura morale o della fedina penale dei presenti in aula.
Un intervento che spiegasse quali soluzioni intendeva proporre il movimento politico rappresentato dal Cerruto sarebbe stato più pertinente.

Ma, indipendentemente da queste valutazioni la reazione dell'on. Drago e dei suoi amici di partito non è in alcun modo giustificabile e va fermamente condannata.
Non penso che si sia trattato di un incontrollabile scatto d'ira, non nel caso di una persona intelligente e dalla lunga esperienza politica come Drago.
Con quel suo gesto l'onorevole ha voluto semplicemente dimostrare ai presenti che è ancora un potente con un seguito di persone pronte a fare la qualsiasi per lui.

Ma preoccupa ancora di più che si sia impedito ad un consigliere comunale di concludere il suo intervento perché a qualcuno non gradito.
Occorre l'impegno di tutti, magistratura compresa, perché fatti simili non avvengano più: evitiamo di trasformare la nostra democrazia in una repubblica delle banane più di quanto non lo sia già.
Ezio Castrusini

P.S.: Dedicato a chi nel dopo consiglio ha sostenuto che Cerruto è stato trattato bene perché i modicani siamo tutti affettuosi tra noi a differenza di ciò che accade a 30 Km di distanza da Modica...

Solidarietà a Nino Cerruto

Il gruppo consiliare del Partito Democratico esprime piena solidarietà al consigliere Nino Cerruto.
Quello che è successo nella seduta del consiglio comunale, dove si trattava l’argomento sul destino delle società partecipate, è qualcosa di riprovevole e di inaudito.
Non è possibile che nel luogo per antonomasia più democratico della città si possa impedire ad un consigliere di portare a termine il proprio discorso.
È stato infranto uno dei principi cardini della nostra costituzione, ossia quello della libera espressione di pensiero e, cosa ancora più grave, ciò è avvento a scapito di un rappresentante dei cittadini eletto democraticamente.
È stato violato l’art. 41 comma 3 del regolamento consiliare nella parte in cui garantisce “la libertà di espressione dei membri del consiglio comunale”.
Capiamo perfettamente che in quel frangente l’opera svolta dal presidente del consiglio è stata provvidenziale per stemperare il clima e gli animi, ma ciò che non capiamo, e che anzi condanniamo, è il fatto che l’azione intimidatoria nei confronti di un consigliere comunale, non è scaturita dai lavoratori presenti in aula, che avevano tutti i motivi per essere arrabbiati a causa delle condizioni di disagio che stanno vivendo, ma da coloro, parlamentari della repubblica, consiglieri provinciali e comunali, sindacalisti, che dovrebbero essere i primi sostenitori e custodi delle più elementari regole democratiche.
Non vogliamo entrare nel merito del discorso fatto dal consigliere Cerruto, ciò che invece ci preme rivendicare è il diritto di tutti noi ad esprimere le nostre opinioni liberamente e senza condizionamenti di alcun genere.
Vogliamo citare una celebre frase di Voltaire che recita “Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo”.
Ecco, vorremmo che Lei signor presidente del Consiglio, e tutti noi consiglieri, che in quella occasione non abbiamo avuto il coraggio di reagire, alzandoci ed andando via, facessimo nostra questa citazione in modo che, da oggi, in aula, siano rispettati i principi di democrazia e di libertà di espressione, della quale Lei è il massimo garante, e siano stigmatizzati comportamenti rissosi che oramai stanno diventando una prassi consolidata di certi esponenti del consiglio comunale.

Il gruppo consiliare del Partito Democratico di Modica

SCENARIO MEDITERRANEO CHIUDE A MODICA CON “FUORI LUOGO”

Scenario Mediterraneo, il progetto del Circuito Teatrale Regionale Siciliano patrocinato dall'Assessorato Regionale al Turismo, ritorna in scena al Teatro Garibaldi di Modica con lo spettacolo “Fuori Luogo”.
L’appuntamento è per giovedì 14 maggio 2009 alle ore 21.00.
La regia dello spettacolo è di Sandro Tranchina, Alfio Scuderi e Roberto Salemi. Nel cast ci saranno Barbara Tabita, Filippo Luna, Marta Lunetta, Roberto Salemi, Stefania Blandeburgo, Fabrizio Romano, Francesco Risata e per la prima volta in un ruolo teatrale Marcello Mordino.
Lo spettacolo è liberamente tratto dai racconti “Il viaggio segreto” di Niels Bohr di Santo Piazzese, “La pupa di zucchero” di Lilia Zaouali e “Il dialogo di Nordia” di Maria Attanasio, anche in questo caso raccolti nell’antologia “Il sogno e l'approdo. Racconti di stranieri in Sicilia”, edito da Sellerio.
Lo spettacolo si compone dunque di tre scene, che diventano metafora di altrettanti aspetti del rapporto con lo straniero, con l’altro da se, che ciascuno dei tre autori ha colto nei comportamenti dell’uomo. Le tre scene si svolgono all’interno dello stesso condominio, pur raccontando tre storie ambientate in epoche diverse: a cucire insieme i vari passaggi temporali sono i ricordi del portiere dello stabile.

ALESSANDRO HABER E CATERINA DE REGIBUS AL GARIBALDI CON “SOTTO UN VELO DI SABBIA”

Saranno Alessandro Haber e Caterina De Regibus i protagonisti del secondo appuntamento che compone la trilogia di Scenario Mediterraneo: lo spettacolo Sotto un velo di sabbia andrà in scena al Teatro Garibaldi di Modica il prossimo venerdì 24 Aprile alle ore 21, nell’ambito del progetto speciale della Stagione Teatrale 2009 firmata da Giorgio Pace e Andrea Tidona.Due interpreti di spicco come Haber e la De Regibus garantiscono per la qualità dello spettacolo, insieme alla regia “a sei mani” di Sandro Tranchina, Alfio Scuderi e Roberto Salemi. o spettacolo, che ha già riscosso in Sicilia un notevole successo di pubblico e di critica, è liberamente tratto dai racconti “Il mare è piccolo ma Dio è grande di Giosuè Calaciura e “Questo è un uomo” di Davide Camarrone. Anche in questo caso i testi sono appartengono al volume “Il sogno e l’approdo. Racconti di stranieri in Sicilia"edito da Sellerio per Scenario Mediterraneo: il filo conduttore resta quello dello straniero e del rapporto tra l’isola e “l’altro da sé”.Lo spettacolo racconta due storie che insieme compongono metaforicamente un unico viaggio di andata e ritorno, lungo quella rotta tra l’Africa e l’Europa in cui ogni giorno migliaia di disperati si avventurano: non sappiamo veramente quanti ne muoiano senza approdare sulle nostre coste, meno ancora sappiamo di quelli che invece arrivano per poi venire rispediti indietro.

Primo appuntamento con la trilogia di spettacoli che fanno parte del calendario di Scenario Mediterraneo al Teatro Garibaldi di Modica: il 2 Aprile 2009 alle ore 21.15 andrà in scena “Il Cosmorama” con Giorgio Li Bassi e Giacomo Civiletti. Lo spettacolo apre il viaggio modicano del “festival diffuso” di Scenario Mediterraneo, che coniugherà il teatro con le finalità della promozione turistica del territorio. Tra i Progetti Speciali della Stagione Teatrale 2009, Scenario Mediterraneo è senza dubbio quello di punta. Lo spettacolo “Il Cosmorama” è stato liberamente tratto dal racconto “L'infame agente Bainard” di Gaetano Savatteri, pubblicato nell’antologia “Il sogno e l'approdo. Racconti di stranieri in Sicilia”, firmata da illustri scrittori siciliani ed edita da Sellerio appositamente per Scenario Mediterraneo. La Torino di fine ottocento fa da sfondo al dialogo tra lo scrittore Alessandro Manzoni e un senatore siciliano, che gli narra della tragica sorte di un cittadino francese sospettato di essere l'untore dell'epidemia di colera scoppiata a Siracusa nel 1837; in quell'anno la popolazione in preda al delirio accusò e trucidò tutti coloro, viaggiatori, vagabondi e stranieri, che venivano considerati estranei alla comunità e per ciò stesso avvertiti come minaccia. L’adattamento teatrale è stato fatto da Sandro Tranchina, che ne firma anche la regia insieme ad Alfio Scuderi e Roberto Salemi. Sul palco, insieme a Giorgio Li Bassi e Giacomo Civiletti ci saranno Fabrizio Romano e Mirella Mastronardi. I biglietti per questo progetto speciale, disponibili presso il botteghino del teatro, saranno di 8 euro per i posti in platea e nei palchi centrali e di 5 euro per i posti nei palchi laterali e nel loggione. Inoltre, con una spesa aggiuntiva di 4 euro si potrà usufruire dei servizi messi a disposizione dagli operatori turistici convenzionati, la Cooperativa Etnos e il Consorzio Passo Sud Est.

9 maggio 1978



“9 MAGGIO 1978 – NIENTE FU PIU’ COME PRIMA”
PRIMA DELLO SPETTACOLO L’INCONTRO CON GIOVANNI IMPASTATO
In occasione dello spettacolo “9 Maggio 1978 – Niente fu più come prima – Ballata per voci ed immagini a trent’anni dagli omicidi di Peppino Impastato e Aldo Moro”, che andrà in scena il 18 e il 19 Marzo nell’ambito della Stagione 2009 del Teatro Garibaldi di Modica, l’Amministrazione Comunale e la Direzione Artistica del Teatro Garibaldi hanno voluto ancora una volta organizzare una conversazione pomeridiana per approfondire insieme al pubblico la tematica dello spettacolo.
La Conversazione, a cui è stato dato il titolo “La notte buia dello Stato italiano”, si terrà giovedì 19 marzo 2009 alle ore 18.00 nella platea del Teatro Garibaldi.
Interverranno:
Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato
Carlo Ruta, storico e giornalista
Alfio Scuderi, regista di “9 Maggio 1978”
Paolo Briguglia e Andrea Tidona, attori (interpreti di Giovanni Impastato e Stefano Venuti nel film “I cento Passi” di Marco Tullio Giordana).
L’incontro è stato pensato fuori dai canoni di una consueta conferenza: sarà, appunto, una conversazione, del tutto aperta, con la volontà di trasformarla in un’occasione di dibattito aperto sull’antimafia, sulla libertà di informazione, sul ruolo della letteratura, del teatro e del cinema nell’analisi e nel racconto dei fatti del 9 maggio 1978. Per questo non ci saranno barriere tra i relatori e il pubblico e il discorso si dovrà sviluppare liberamente tra tutti coloro che interverranno.
L’evento è stato pensato prestando il massimo coinvolgimento alle associazioni antimafia e ai giovani della città, che hanno sempre mostrato grande sensibilità e grande attenzione all’argomento.
Dato che proprio ai giovani è rivolto il più caloroso invito a partecipare all’evento e ad assistere allo spettacolo, agli studenti sarà riservato lo sconto del 50% sul prezzo dei biglietti.
18 e 19 marzo 2009 ore 21.00
9 MAGGIO 1978
Niente fu più come prima
Ballata per voci ed immagini a trent’anni dagli omicidi
di Peppino Impastato e Aldo Moro
Un progetto di Alfio Scuderi
Con Paolo Briguglia
Musiche arrangiate ed eseguite dal vivo da SUN
Si dice che ogni americano sappia cosa faceva e dov’era quando ha saputo dell’assassinio di John Kennedy. Io so dov’ero e cosa facevo quando hanno rapito Aldo Moro.
È dai ricordi di quei giorni che parte il nostro racconto, un percorso fatto d’immagini e suggestioni, di musica e parole, di emozioni e di memorie. Da quel 16 marzo, giorno del rapimento dell’onorevole Moro, al 9 maggio 1978, giorno in cui, quasi contemporaneamente, si consumano gli omicidi di Peppino Impastato e dello stesso Aldo Moro.
Il teatro lascia così il posto ai ricordi, agli stati d’animo di quei giorni, di gente comune, di intellettuali, di militanti, di politici. Non raccontiamo in scena la storia (nota) di questi due personaggi, così diversi, eppure così fatalmente vicini, ma ripercorriamo la storia attraverso il ricordo della gente, la reazione di alcuni giovani contestatari, nell’apprendere dalla radio la notizia del sequestro, una reazione prima di esultanza, quasi liberazione, poi di confusione, preoccupazione, incomprensione.
Il ricordo dei compagni di Peppino dopo il ritrovamento del cadavere dilaniato. Il ricordo del macchinista che guidava il treno, quel treno che nel suo cammino incontra la linea ferrata divelta, divelta da un’esplosione.
Il sobbalzo che il paese tutto ha vissuto, guardando le immagini del corpo in quella Renault 4 rossa. Immagine che diventerà tristemente un’icona di quegli anni terribili, simbolo di quella notte. Un sobbalzo, come quello avvertito dal piccolo treno, formato dal solo locomotore, che collega Palermo ad Alcamo, partito da Palermo alle ore 0:26 (con 21 minuti di ritardo) quel 9 maggio.
È un momento drammatico per l’Italia tutta, una fase politica delicata, travolta da due barbari omicidi. Uno apparentemente più eclatante, di stato, quello dell’onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, e dall’altro lato del paese, quasi a chiudere il cerchio di uno stato devastato dal conflitto sociale e politico, segnato da contraddizioni e incertezze, Peppino Impastato, un giovane militante siciliano che aveva deciso di cambiare la storia del suo piccolo paese in provincia di Palermo. Ed è così che scorre il nostro ricordo, attraverso le parole di Leonardo Sciascia, intellettuale e coscienza critica dell’Italia in quegli anni. Attraverso il ricordo emozionale, diretto, del sequestro, del brigatista Mario Moretti. Attraverso l’ultima lettera che Aldo Moro scrive alla moglie Noretta, vero e proprio testamento spirituale. Attraverso le parole concitate di Peppino Impastato dalla sua Radio Aut. Attraverso quei “cento passi” che separano la casa di Peppino da quella di don Tano (“Tano seduto”, come lo chiama lui nelle sue provocazioni radiofoniche). Ed è proprio Tano Badalamenti, don Tano, a segnare storicamente un incredibile collegamento tra i due omicidi, è ancora una volta la mafia a scandire il tempo del nostro paese ed a segnarne la storia.
Sullo sfondo delle vicende note, delle immagini televisive, delle rivendicazioni delle BR, la mafia si riunisce, valuta, decide le sorti degli uomini, le sorti dello Stato, ancora una volta, decidendo di non intervenire in favore di Moro.
9 maggio 1978, niente fu più come prima, un giorno infausto per la storia del nostro Paese.
È la notte buia dello Stato italiano.
Modica, 16 marzo 2009

Drago e Torchi novelli De Gasperi e Roosevelt? e noi paghiamo.....

Da "La pagina"

Il silenzio è d’oro, in alcuni casi. Dovrebbe esserlo almeno, specialmente per una classe dirigente che ha fallito la propria missione e che, se non ha l’onestà di sapere ammettere i propri errori, dovrebbe quantomeno avere la dignità di tacere, piuttosto che tentare in tutti i modi di difendere un operato che l’opinione pubblica ha già giudicato indifendibile. Bisognerebbe suggerirlo ai partiti che oggi, a Modica, stanno all’opposizione perché è questo il ruolo che la popolazione ha conferito loro attraverso il voto: sarebbe più opportuno e probabilmente più costruttivo per la città che si adeguassero a svolgere con correttezza questo compito, anziché continuare a rivangare i tempi in cui erano maggioranza, ammantandoli d’oro e di fiabe a cui non crede più nessuno.
E’ il caso, ultimo in ordine di tempo, delle dichiarazioni rese nel corso dell’ultima assemblea cittadina dell’Udc dal deputato nazionale Giuseppe Drago che ha avvertito l’esigenza di offrire alla città di Modica un’ultima, improponibile giustificazione alla devastazione economica che il suo partito, il suo sindaco, la sua maggioranza hanno lasciato al Comune di Modica: “Tutti gli enti locali –è riportato testualmente nella nota diffusa a margine dell’incontro- sono stati costretti a ricorrere a un pesante indebitamento. La differenza tra Modica e altre realtà riguarda la reazione a questo stato di cose, che nel caso della nostra città è stata ispirata al modello di Roosevelt e De Gasperi, cioè sfruttare il debito pubblico per creare un incremento del Pil, ossia sviluppo del territorio, investimenti pubblici e privati, incremento dell'occupazione e mantenimento di elevati standard quantitativi e qualitativi dei servizi locali. Questa è l'unica verità storica”.
Se questa è, per l’onorevole Drago, l’unica verità storica, sarebbe forse il caso di ricordare a lui e a tutti i cittadini le ragioni per le quali una simile spiegazione della “politica del debito” è assolutamente inapplicabile. Volendo portare rispetto alla verità storica infatti, se Drago cita Roosvelt con tanta disinvoltura, conoscerà certamente i principi della politica economica di Keynes a cui la sua politica americana del “New Deal” si ispirò: l’idea che il mercato non possa essere sempre lasciato a sé stesso e che per questo siano talvolta giustificabili le politiche destinate a stimolare la domanda in periodi di crisi, ad esempio tramite l’incremento della spesa pubblica negli investimenti, nell’occupazione, nel welfare. L’idea che un intervento diretto dello Stato nelle attività produttive possa rivelarsi fondamentale per risollevare le sorti di un paese in recessione, ha portato, nella storia, i suoi benefici. Gli Usa di Roosvelt si risollevarono, grazie al New Deal, dalla terribile crisi economica del 1929.
Ma come si applica questo principio alla Modica di ieri e di oggi? Tutte le risorse economiche che sono state investite nella città, negli ultimi anni, erano e sono ancora risorse essenzialmente private. La politica edilizia si è risolta nel rilascio di concessioni, spesso secondo criteri di privilegio e senza rispetto del territorio, mentre quella delle opere pubbliche ha aumentato esponenzialmente l’esposizione del debito tramite la contrazione di innumerevoli mutui, senza che questo abbia realmente cambiato il volto della città. Quanto alle politiche occupazionali, ci chiediamo se possano definirsi risolutive le assunzioni “politiche” di centinaia di lavoratori, che hanno saturato i carrozzoni come la Multiservizi e che oggi sanno solo protestare perché non possono percepire lo stipendio.
La politica di Drago e dei suoi, ben diversa da quella di Roosvelt, non è intervenuta a risollevare le sorti di una Modica in difficoltà, ma al contrario l’ha condannata alla perenne difficoltà. La loro “politica del debito”, che oggi hanno anche l’ardire di esaltare, ha in realtà messo in ginocchio la città che, proprio adesso che dovrebbe essere in grado di fronteggiare la calamità della crisi economica del settore privato, si ritrova invece esausta e dissanguata di ogni sua risorsa pubblica e svuotata dalla domanda di centinaia di famiglie che, non percependo lo stipendio, non hanno più potere d’acquisto. Se i nostri ex amministratori hanno bisogno di qualche lezione di recupero in materia di politica economica, basterebbe che imparassero a guardare questa realtà per rendersi conto di dove hanno sbagliato.

Concetta Bonini

Consiglio comunale del 23 gennaio 2009: dalla raccolta dei rifiuti a Torquemada

Il consiglio comunale del 23 gennaio prevedeva i seguenti punti all'odg:
1) mozione su tarsu presentata dal consigliere Cerruto;
2) discussione riguardo la situazione viaria di Modica su richiesta di Pdl;
3) attività ispettiva, ovvero lo spazio alle interrogazioni presentate dai consiglieri e relative risposte da parte dell’amministrazione;
4) riconoscimento debiti fuori bilancio;
5) regolamento per alienazione beni comunali;
6) localizzazione e approvazione programmi costruttivi;
7) approvazione regolamento dei fuochi controllati in agricoltura.

Per un resoconto dettagliato della seduta rinvio come al solito al sito del Comune di Modica:
http://www.comune.modica.rg.it/news.cfm?idnews=2249.
Seduta poco proficua sul piano degli atti esitati, ben tre punti ritirati e tre rinviati, ma interessante sul piano dei contenuti del lungo dibattito che ha caratterizzato la seduta.
Io mi limito a fare poche osservazioni.
La proposta della minoranza di dedicare una seduta del consiglio alle problematiche relative alla raccolta dei rifiuti e ai suoi costi che si riflettono in misura non indifferente sulle tasche dei cittadini è corretta e condivisibile.
E' un problema serio ed è il consiglio comunale il luogo dove deve essere discusso con un dibattito che si spera abbia come unico scopo quello di affrontare e dare indicazioni per risolvere la questione più che dare modo ai singoli consiglieri di esibire le loro capacità oratorie sotto l'occhio della telecamera.

E a proposito di capacità oratorie, come promesso all'amico consigliere Nigro che lamentava i pochi "attacchi" che in questo periodo gli dedico, non posso fare a meno di soffermarmi sui suoi interventi.
Li attendo e presto loro la massima attenzione perché sul piano dei contenuti vi trovo sempre spunti propositivi ed osservazioni critiche da non sottovalutare.
Per ciò che riguarda il modo in cui detti spunti sono portati all'attenzione degli astanti, penso che il consigliere abbia ormai perfezionato il cosiddetto moto perpetuo dell'eloquenza ad esposizione fattoriale.
Consiste in questo: prima Nigro espone in trenta secondi il tema da comunicare, poi lo riprende nei successivi due minuti ad uso e consumo di quelli, come me, piuttosto lenti a comprendere.
Dopo, fatto il rituale cenno all'Mpa che prima era a sostegno della giunta Torchi ed ora è alleata del centro sinistra, parte l'esposizione fattoriale del concetto ossia si combina questo con tutti i vocaboli in uso dalla lingua italiana.
La sensazione che l'ascoltatore riceve è quella di un moto circolare inarrestabile di parole che girano su se stesse all'infinito, un come il bucato dentro la lavatrice durante una centrifuga lenta. Un moto continuo e vorticoso che tutto travolge, compresa l'attenzione degli astanti, e che si ferma solo con l'invito rivolto al presidente da parte dell'intero consiglio di chiedere all'oratore di finirla...
Sono sicuro che chi scopre come produrre energia da questo moto perpetuo, si becca un premio Nobel.
Lo stadio della ricerca è attualmente fermo all'apertura delle braccia a di pale eoliche, di tutti coloro, compresi esponenti della minoranza, ai quali viene chiesto di trovare il modo per convincere il valente oratore a sintetizzare il suo intervento.
Non dispero, siamo sulla buona strada....

Relativamente al rinvio chiesto dal Pd dei punti concernenti la localizzazione e approvazione dei programmi costruttivi, questo è stato determinato dall'essere ancora in corso all'interno del mio partito il dibattito sulla corretta linea politica da adottare rispetto alla problematica in questione. Ciò in attesa del piano regolatore per la cui rapida adozione si sta lavorando.
Innanzi tutto c'è l'interesse generale della città a che non si effettuino interventi edilizi a macchia di leopardo sul territorio senza la necessaria programmazione o la previsione delle sottostanti opere di urbanizzazione primaria che ogni insediamento edilizio comporta e il loro necessario collegamento a quelle già esistenti.
Questo è un passo necessario se non si vuole assistere dopo qualche anno ai problemi di viabilità, acquedotto, fognatura, illuminazione etc. che sono sotto i nostri occhi a causa delle scelte sbagliate del passato quando il concetto di sviluppo urbanistico era legato solo al dare via libera alle concessioni edilizie senza minimamente pensare cosa questo avrebbe comportato.
I problemi del quartiere Sorda insegnano.......
C'è anche l'esigenza legittima delle imprese, spesso con progetti già finanziati dalla Regione, di poter lavorare sul territorio così come quella dei cittadini di poter usufruire delle agevolazioni di legge per l'acquisto della prima casa.
Il dibattito all'interno del partito attiene proprio alla ricerca del contemperamento di questi due interessi, che possono anche essere divergenti, individuando una linea di condotta, un criterio applicabile in via generale per tutte le istanze.
Non si può, infatti, prescindere da questo perché altrimenti si correrebbe il rischio di favorire, senza ragione alcuna, determinate istanze rispetto ad altre.
E, personalmente, mi dispiace che in consiglio comunale, al momento della dichiarazione di voto sul chiesto rinvio dei punti, i motivi sottostanti non siano stati evidenziati da alcuno dei consiglieri del mio partito.
Ciò specialmente quando gli altri componenti della coalizione hanno spiegato le ragioni del rinvio chiesto dal Pd: prima di loro spettava al Pd spiegarle chiaramente.
Non vedo quali possano essere le remore nell'affermare che si ha il diritto di rivedere, o meglio di adeguare le proprie posizioni espresse nel passato con le risposte che, in quanto partito oggi al governo della città, si devono dare all'istanze legittime che provengono dagli amministrati.
Non è un mutare pelle rispetto al passato perché si è cambiato ruolo: si tratta di confrontare le proprie posizioni, in ogni caso per uno sviluppo ordinato del territorio, con le istanze legittime che provengono dai soggetti, imprese o persone, che sul territorio vivono ed intendono viverci.
Coerentemente con il proprio ruolo, l'opposizione ha chiesto di conoscere la posizione della maggioranza sui programmi costruttivi e la maggioranza, doverosamente, a questa istanza deve dare risposta.

Ma il consiglio comunale di giorno 23 si è caratterizzato per un altro evento degno veramente di nota: la costante presenza in aula del consigliere indipendente Gerratana dal suono della campanella di inizio lavori a quella del termine degli stessi.
Praticamente, noto con vero e sincero piacere, ha battuto ogni suo precedente record di presenza in consiglio...
E ben due gli interventi che si è avuto "l'onore" di ascoltare.
Il primo era relativo ai disservizi della raccolta dei rifiuti. Dopo una distinzione di carattere tecnico tra il concetto di raccolta differenziata e il ritiro dei rifiuti ingombranti, il consigliere ha lamentato il fatto che la raccolta è ferma per mancanza di fondi da parte del Comune.
Il Sindaco ha replicato facendo presente che quelli che mancano non sono i fondi previsti dall'ente locale bensì quelli dell'Ato Ambiente in quanto il servizio della ditta Busso iniziò senza autorizzazione alcuna di quest'ultimo ma solo con provvedimento dello stesso Gerratana allora assessore all'ecologia ( e il Sindaco ha tenuto a precisare che firmò l'assessore anziché il dirigente comunale come invece vuole la prassi). Di conseguenza l'Ato non paga la ditta perché non riconosce il servizio svolto, mai autorizzato, e noi cittadini paghiamo per l'ennesima scelta sbagliata del passato, in buona fede e per scopi magari meritori, ma sbagliata.
Siamo grati al consigliere Gerratana per aver permesso di rendere noto questo ulteriore errore della passata amministrazione.
Ma il clou della serata lo si ha con l'interrogazione urgente presentata dal consigliere sul teatro Garibaldi.
Dopo il dibattito che si è avuto sulla stampa, anche on line, in ordine alle domande poste da Gerratana sulla gestione della stagione teatrale, a suo dire poco trasparente, si pensava che queste venissero riproposte in aula consiliare, luogo istituzionalmente preposto alla discussione di queste tematiche.
Così non è stato: Gerratana ha aggiustato mira ed ha sollevato il problema della sicurezza del "Garibaldi".
Spunto interessante e degno di attenzione e discussione (complimenti a chi collabora con il consigliere Gerratana o a lui stesso se è farina del suo sacco) ma, a mio sommesso avviso, gestito in aula in modo politicamente stupido e a tratti arrogante.
Non per nulla nel corso della trattazione del punto il consigliere è rimasto solo tra i banchi del Pdl, come se simbolicamente gli altri colleghi di minoranza avessero preso le distanze dalle sue posizioni.
Il consigliere Gerratana ha chiesto al Sindaco se corrispondesse al vero che a far data dal 25 dicembre fosse venuta meno l'autorizzazione che consente di poter effettuare spettacoli senza la presenza dei vigili del fuoco.
Chiedeva ancora se fosse stato rilasciato o meno il certificato di agibilità dalla competente commissione e, in mancanza, come mai si fosse dato inizio lo stesso alla stagione teatrale e sotto la responsabilità di chi.
Lamentava, infine, che a precedenti interrogazioni il Sindaco non aveva dato risposta e si vedeva costretto a presentarle in aula.
Fatta la premessa che a domanda serie l'amministrazione risponderà sempre a differenza di quando ci si trovi in presenza di storie inventate per le quali non si può pretendere che ci si perda tempo, il Sindaco è stato chiarissimo nel dichiarare che tutti i lavori chiesti dalla normativa vigente sono stati effettuati e certificati in tal senso dai competenti uffici e che è in corso il rilascio dell'agibilità. Anzi, data l'imminenza di detto rilascio è stato fatta presente dai competenti uffici l'inutilità di ricorrere ad ulteriore proroga. In ogni caso il Sindaco si assume ogni ampia responsabilità al riguardo assicurando, peraltro, che il "Garibaldi" è più sicuro di quando nel passato si autorizzavano spettacoli sotto la diretta responsabilità del Sindaco Torchi (o anche Buscema) senza la presenza dei vigili del fuoco.
Sicurezza minore, ha aggiunto Buscema, su cui mai si era registrato in precedenza un intervento del consigliere Gerratana.
Se lo scopo era quello di conoscere il livello di sicurezza del "Garibaldi" (al nobile fine di tutelare l'incolumità dei cittadini, presumo) le risposte del Sindaco, condivisibili o meno, hanno permesso di raggiungerlo.
Un qualsiasi altro consigliere si sarebbe fermato lì perché quando si è in presenza sia di assicurazioni di carattere tecnico sia di una piena e chiara assunzione di responsabilità da parte del Sindaco, insistere significa voler a tutti costi essere polemici a prescindere dal problema trattato e questo atteggiamento è politicamente stupido perché non porta alcun consenso alla propria tesi anzi la danneggia.
Ma non contento di ciò il consigliere si è rivolto pure al segretario generale per un parere tecnico.
Il tono della richiesta e l'insistenza della stessa , piuttosto arrogante, è stato tale da costringere il segretario ad uscire dall'asetticità tecnica che il suo ruolo gli impone e a replicare che si era in un aula consiliare e non in una di Tribunale.....
Con molta pazienza il segretario generale ha spiegato all'interpellante che in presenza di tutti i requisiti previsti dalla legge attestati dai competenti uffici la presenza del certificato finale era solo una formalità.........
Ma il pretendere una risposta immediata e la visione di tutti i certificati rilasciati dagli uffici ha dato l'impressione, condivisa anche da altri, che ci si trovasse dinanzi ad una seduta della Santa Inquisizione spagnola con il Gerratana nei panni di un Torquemada nella migliore forma, tanta l'insistenza di quel " segretario: dica o si o no!!" in forte crescendo sino a sfociare nella richiesta di rogo per il colpevole ossia la chiusura del "Garibaldi" e l'interruzione della stagione teatrale.
Nulla di personale nei confronti del consigliere in questione, ma è stato triste assistere a questo spettacolo.
Veramente triste prendere atto che elementi della minoranza, pochissimi per fortuna, siano espressione di una classe politica che privilegia i propri interessi o la propria concezione di fare politica a scapito di quelli della collettività dimostrando come nei fatti sia estranea ad essa, al suo sentire e vivere Modica.

Comunicato di Areaemme.

Ricevo e pubblico:


Alla luce delle nuove dichiarazioni del Consigliere comunale Nino Gerratana, che si ostina ad affermare il falso, scrivendo della presenza del logo della nascente ditta Areaemme in calce alla brochure promozionale della stagione teatrale del Teatro Garibaldi non possiamo che pretendere l’esibizione di tali fantomatiche brochure.
Certi dell’assoluta falsità di quanto scritto dal consigliere Gerratana ci vediamo costretti a pretendere pubblicamente le sue scuse.
È infatti sotto gli occhi di tutti il fatto che né sulla brochure, né sul libretto della stagione teatrale figuri il logo di Areaemme.
Il Consigliere Gerratana continua ad utilizzare, a sproposito, termini che non conosce inventandosi di sana pianta fatti irreali e formulando accuse infamanti che ci costringono ad una durissima presa di posizione.
Nell’immediato quindi -lo ribadiamo- pretendiamo le pubbliche scuse dal soggetto in questione, in caso contrario, come anticipato, ci vedremo costretti ad adire immediatamente le vie legali per la falsità di ciò che è stato dichiarato anche all’interno dell’ultimo comunicato stampa del Consigliere, Nino Gerratana.
Tanto dovevamo agli interessati, alla città, e all’onesta verità.





Per Areaemme
Maria Mandolfo