Nel tempo dell'indecenza

Ricevo e pubblico condividendolo punto per punto:

Non c'è limite all'indecenza.
Questi sindacati (si tratta molto probabilmente della CISL che l'aveva a suo tempo preannunciato) ora si sono svegliati dopo il complice silenzio tenuto durante la gestione Torchi che ha creato tutte le condizioni per non poter pagare i lavoratori.
Questa amministrazione avrebbe potuto dichiarare il dissesto e così i diepndenti soparnnumerari sarebbero stati posti in mobilità, i contrattisti ridotti a 18 ore settimanali, i precari a casa, le tasse al massimo, i creditori avrebbero potuto percepire solo un parte dei crediti e chissà quando. L'attuale governo della città ha voluto evitare tutto questo ed il risultato è quello che potete leggere sotto.

"La scure della Procura della Repubblica si abbatte sul consiglio comunale di Modica. Diciassette avvisi di garanzia sono stati spiccati dal Procuratore,nei confronti di altrettati consiglieri ed ex della civica assise modicana. Sono, nei fatti, quattordici gli attuali componenti del massimo consenso cittadino mentre due sono passati ad altre funzioni ed Si tratta di Diego Mandolfo, Paolo Garofalo, Giancarlo Poidomani, Giovanni Spadaro, Salvador Avola, Carmelo Scarso, Piero Covato, Carmelo Cerruto, Gaetano Cabibbo, Nino Cerruto, Vito D'Antona, Michele Mavilla, Giovanni Occhipinti, Leonardo Aurnia, Massimiliano Baglieri, Giovanni Giurdanella e Nino Frasca Caccia. Nella sostanza si tratta dell'intero gruppo di maggioranza anche se non risultano indagati tre degli attuali consiglieri seduti sugli scranni di Palazzo San Domenico e cioè Giorgio Zaccaria, subentrato poco prima dell'estate a Baglieri su decisione del Tar di Catania, Salvo Maltese ed Enzo Roccasalva che da qualche settimana hanno preso il posto, rispettivamente, di Giurdanella, nominato al vertice della Modica Multiservizi, e di Frasca Caccia, passato nei ruoli assessoriali. L'ipotesi di reato è falsità ideologica continuata in concorso. Si tratta, forse, dell'ultima indagine dell'ex Procuratore della Repubblica, Domenico Platania, per cui, allo stato, i provvedimenti emessi dal nuovo capo della magistratura inquirente modicana potrebbero avere i toni del cosiddetto “atto dovuto”. In buona sostanza ai diciassette politici viene contestata, quali componenti del consiglio comunale di Modica di avere votato ed approvato a maggioranza una delibera del 29 novembre dello scorso anno quando fu esitato il punto riguardante il bilancio di previsione 2008 senza prevedere l'iscrizione nel documento contabile delle somme necessarie per il pagamento degli arretrati contrattuali e degli adeguamenti degli stipendi in favore dei dipendenti comunali.
Sui 17 avvisi di garanzia nei confronti di consiglieri ed ex consiglieri comunali, si è svolta nel pomeriggio una riunione dei rappresentanti di Pd, MpA, Sd e Una Nuova Prospettiva. Al termine è stato emesso il documento che riportiamo integralmente.
" La Procura della Repubblica di Modica, pare su denuncia di un rappresentante sindacale dei dipendenti comunali, ha avviato un procedimento nei confronti dei 17 Consiglieri che hanno approvato l’assestamento di bilancio 2008 perché non avrebbero inserito per intero le somme relative agli arretrati contrattuali dei dipendenti comunali, somme peraltro successivamente integrate non appena reperite le risorse necessarie e addirittura già pagate da alcuni mesi, così come preannunciato a suo tempo dall’amministrazione. La maggioranza amministrativa rivendica la bontà e la trasparenza dell’azione di risanamento intrapresa allorché, assumendosi con coraggio precise responsabilità, è riuscita ad oggi a scongiurare quel dissesto finanziario i cui effetti sarebbero devastanti per la città e per i lavoratori in particolare".

Da osservare che quando è stata approvata la delibera incriminata, il 29/11/2008, sono stati messi in bilancio una parte degli arretrati pagati poi a gennaio 2009. Non sono stati messi tutti i soldi altrimenti bisognava creare entrate fittizie per avere una copertura fittizia. Antonello diceva che l'obiettivo non è scrivere le poste in bilancio (su questo tutti siamo abili e la precedente amministrazione in maniera particolare), ma pagare effettivamente i lavoratori.
Per cui si trattava di un semplice rinvio della parte rimanente per avere la copertura non sulla carta, ma di fatto, con una copertura di cassa effettivamente esigibile.
Forse si è sbagliato ad essere stati troppo tolleranti e indulgenti.
Nino Cerruto