Qualcuno ha definito il consiglio comunale aperto tenutosi qualche giorno fa come un clamoroso autogol della maggioranza in quanto era prevedibile che l'opposizione alla presenza dei lavoratori delle società Multiservizi e Rete Servizi facesse la parte del leone cavalcando la protesta e il malessere dei lavoratori che temono per il loro posto di lavoro.
E per certi versi si potrebbe pure dire che sia andata così perché è molto più semplice enunciare propositi teoricamente perfetti ma che non hanno alcun riscontro con la realtà ed in particolare con la situazione finanziaria in cui versa il Comune che proporre soluzioni difficili che rasentano la cd. "macelleria sociale" ossia incidono in modo non indifferente sui posti di lavoro.
Sono dell'idea che invece questo consiglio comunale aperto si dovesse tenere perché è il consiglio comunale il luogo dove le varie problematiche devono essere discusse e tanto più esse sono delicate e incisive per il futuro della vita cittadina tanto più ampia deve essere la partecipazione al dibattito.
Anche a costo di dover assistere ad interventi che si limitano a rendere omaggio all'arte della retorica e alla pratica della demagogia.
Come è nella natura stessa di un consiglio comunale aperto, non si è deciso nulla sulla sorte delle società collegate e, di conseguenza, sulla sorte dei relativi lavoratori.
Sono solo emerse le linee di principio su cui intende muoversi l'Amministrazione e la maggioranza che la sostiene.
Nulla di nuovo sotto il sole perché sono linee già ampiamente illustrate in campagna elettorale e ben riassunte dal Sindaco nel suo discorso al termine dei lavori consiliari.
In quello che può definirsi uno dei migliori discorsi pronunciati dal Sindaco in consiglio comunale, Buscema ha ricordato che lui fu tra quelli che votarono l'istituzione della Modica Multiservizi vista come una soluzione per una migliore efficienza dei servizi pubblici e come una risposta al problema del precariato.
Il sindaco ha fatto presente con pacata fermezza che nessuno degli obiettivi posti alla base della nascita della Multiservizi (enunciati uno per uno con la delibera alla mano) è stato raggiunto e che anzi si è ottenuto l'effetto opposto creando quella situzione che tutti conosciamo.
Non efficienza con economicità di gestione ma massima inefficienza a costi esorbitanti.
Ed è sintomatico che lo stesso amministratore unico della società nel difendere la professionalità della maggior parte dei dipendenti citi come esempio l'avvenuta scerbatura intorno all'inaugurando centro servizi in c.da Michelica: si badi bene non l'effettuazione di chissà quale lavoro od opera a tempo di record ma la scerbatura ossia un lavoro che dovrebbe rientrare nell'ordinario e non certamente essere menzionato come motivo di merito.
Dico dovrebbe perché viste le condizioni delle nostre strade e quartieri l'essere riusciti a scerbare un pezzetto di luogo appare quasi miracoloso: il banale che diventa evento eccezionale degno di menzione.
Buscema illustra poi il perno della sua politica di risanamento finanziario che poggia su sacrifici equamente suddivisi tra le varie categorie di lavoratori che ruotano attorno al Comune, dipendenti, precari, lavoratori delle cooperative e delle società collegate.
Non esiste, sostiene Buscema, una categoria più colpita delle altre ma tutte sono equamente chiamate a sacrifici per poter uscire dalla crisi finanziaria in cui versa il Comune.
Perché essere realmente a favore dei lavoratori si traduce nel mettere in atto tutte le misure che garantiscano il sacrosanto diritto di percepire una retribuzione puntuale, altrimenti non si può parlare di tutela dei diritti dei lavoratori.
Buscema conclude definendosi "cattocomunista" ossia sensibile ai problemi dei dipendenti sia come persone che come lavoratori. Solo per questo motivo pur avendo in tempi non sospetti denunciato l'enorme danno finanziario che derivava dal mantenere in vita i carrozzoni clientelari e pur non avendo persone da proteggere all'interno di dette società non ha proceduto all'immediata liquidazione di queste.
Perché, sottolinea, ha ben presente il dramma che vivono le persone che su quel lavoro hanno fatto affidamento ed è proprio per questo che la decisione arriva a quasi un anno dal suo insediamento dopo che ogni possibile soluzione per salvaguardare i livelli occupazionali è stata attentamente esaminata.
Si dichiara, infine, disponibile ad ulteriori confronti purché sia chiaro che il tempo di decidere è ormai arrivato.
Ma quest'ultimo consiglio comunale sarà ricordato per un episodio veramente grave già ampiamente conosciuto: l'interruzione arrogante e violenta dell'intervento del consigliere Cerruto.
Rinvio per la lettura integrale dell'intervento al sito de "Una nuova Prospettiva"
http://www.unanuovaprospettiva.it/2009/05/23/modica-consiglio-comunale-aperto-del-21-maggio-2009-il-testo-integrale-dellintervento-di-nino-cerruto/
Riporto solo la parte finale a seguito della quale è nato il putiferio:
"È ha centrato un obiettivo perché ha voluto acquisire un consenso sulla vostra pelle e c’è riuscita, e ha voluto mettere in difficoltà l’amministrazione per colpe che non sono sue ma che ha trovato.
E non è credibile la distanza che c’è tra le parole dette dal Dottore Drago, dal Dottore Drago, interesse per la città, interesse per le persone, per il bene comune, perché la loro storia giudiziaria, la loro storia politica a livello regionale e a livello locale non li rende più credibili, non li rende più credibili…[qui si è scatenato il finimondo]".
Discorso condivisibile nei contenuti quello di Cerruto.
Condivisibile e che si deve portare avanti nella misura in cui si rende necessario ricordare che in uno stato democratico le sentenze definitive di condanna non attribuiscono la palma del martirio ma lo status irrevocabile di colpevole del reato ascritto.
Discorso non condivisibile nel contesto dove è stato pronunciato perché si discuteva del futuro della multiservizi e non già della dirittura morale o della fedina penale dei presenti in aula.
Un intervento che spiegasse quali soluzioni intendeva proporre il movimento politico rappresentato dal Cerruto sarebbe stato più pertinente.
Ma, indipendentemente da queste valutazioni la reazione dell'on. Drago e dei suoi amici di partito non è in alcun modo giustificabile e va fermamente condannata.
Non penso che si sia trattato di un incontrollabile scatto d'ira, non nel caso di una persona intelligente e dalla lunga esperienza politica come Drago.
Con quel suo gesto l'onorevole ha voluto semplicemente dimostrare ai presenti che è ancora un potente con un seguito di persone pronte a fare la qualsiasi per lui.
Ma preoccupa ancora di più che si sia impedito ad un consigliere comunale di concludere il suo intervento perché a qualcuno non gradito.
Occorre l'impegno di tutti, magistratura compresa, perché fatti simili non avvengano più: evitiamo di trasformare la nostra democrazia in una repubblica delle banane più di quanto non lo sia già.
Ezio Castrusini
P.S.: Dedicato a chi nel dopo consiglio ha sostenuto che Cerruto è stato trattato bene perché i modicani siamo tutti affettuosi tra noi a differenza di ciò che accade a 30 Km di distanza da Modica...
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